Mi dispiace parafrasare il più famoso romanzo dell’indimenticabile Umberto Eco (cui rivolgo scuse postume), ma mai titolo migliore avrebbe potuto calzare a pennello a un fenomeno tanto diffuso tra quelli che dovrebbero essere i professionisti della comunicazione. Qual è il misterioso meccanismo che fa sì che tutti – ma proprio tutti – i giornalisti “non tecnici” (e purtroppo anche moltissimi operatori) usino la denominazione ruspa per indicare genericamente macchine movimento terra?
Gli esempi più eclatanti vengono dalla televisione quando, soprattutto in occasione di calamità naturali o demolizioni spettacolari, i colleghi, per semplificare, chiamano “tout court” ruspe escavatori, pale, terne….facendo di ogni erba un fascio. Ma le “perle” non mancano neppure sulla carta stampata.
A questo punto è necessario fare un po’ di chiarezza. La ruspa era un attrezzo trainato da buoi il cui utilizzo risale all’epoca tardo romana. Consisteva in una sorta di aratro che, al posto del vomere, montava una specie di scatola con tagliente anteriore a due manici posteriori e aveva il compito di “raschiare” il terreno quando occorreva livellarlo.
Questa configurazione di base rimase pressoché invariata fino ai tempi della motorizzazione quando negli Usa è stata creata quella gigantesca macchina chiamata scraper che ha esattamente le funzioni dell’antica ruspa e che è quindi l’unica da avere il diritto di essere chiamata con questo nome!
L’equivoco terminologico è nato dal fatto che lo scraper, macchina adatta ai grandi spazi, in Italia, a causa della particolare morfologia del territorio, è praticamente sconosciuta anche agli addetti ai lavori. Figuriamoci ai giornalisti….
In aggiunta, nell’immediato dopoguerra, gli operatori hanno iniziato a chiamare ruspe i bulldozer che, sempre negli Usa, raschiavano il terreno e spingevano masse enormi di terra: a questo punto la confusione è aumentata perché la traduzione italiana esatta del termine bulldozer non è ruspa, bensì apripista.
Ecco perché la parola ruspa oggi viene utilizzata dalla stragrande maggioranza dei giornalisti per indicare una qualsiasi macchina movimento terra. E se, pur tirata per i capelli, può esistere una lontana attinenza con il bulldozer che, più o meno, ha la stessa funzione della ruspa, l’adozione di questo termine per escavatori e affini è assolutamente inaccettabile.
Molti obietteranno (a ragione) che, ruspa o non ruspa, l’importante è che la macchina funzioni, sia produttiva, costi poco, duri a lungo, non dia problemi. E questo, dal punto di vista degli utilizzatori è ovviamente prioritario.
Ma prima di informare, i responsabili della comunicazione dovrebbero essere “formati” (come è giusto che sia per ogni attività), specie quando ci sono in ballo terminologie tecniche che non tutti sono obbligati a conoscere.
Sollecitazioni in tal senso sono già state mandate alle nostre principali reti televisive. Chissà se otterremo qualche risultato…..
[…] Un articolo di Macchine Edili News offre alcune precisazioni terminologiche per distinguere tra ruspe escavatori, pale, terne e così via. […]
Sì è vero la confusione regna sovrana se non si è precisi. Ho un nipotino di 2 anni e mezzo e vorrei insegnargli bene i nomi delle varie macchine operatrici. Ho trovato molto utile Google immagini, da lì poi passo all’articolo tecnico che descrive la macchina operatrice. È un lavoro lungo e paziente, ma molto fruttuoso. Molto interessanti le considerazioni fatte sulla comunicazione “povera” e appiattita verso il basso. Usa e getta, di tipo consumistico. Ipnotica, semplice, suadente e basata su slogan brevi e ripetuti. Un consumatore informato e consapevole non serve perché e meno manipolabile. Poi non chiediamoci del perché ci sono comportamenti irrazionali e di isterismo collettivo.
Ha perfettamente ragione. Spesso l’approssimazione nella comunicazione verbale e scritta è frutto di una profonda mancanza di cultura specifica e porta a un impoverimento non solo lessicale e grammaticale, ma anche delle capacità cognitive. Appiattimento su tutti i fronti, insomma. I giornalisti delle riviste specializzate (e non solo) hanno un dovere ben preciso: di veicolare informazione corretta dal punto di vista dei contenuti ma anche della forma.