Scusate il silenzio durato qualche giorno ma la mia assenza è nuovamente giustificata.
Sono stato ospitato dal gruppo Doosan Bobcat al Training Center di Dobris, in Repubblica Ceca, per la presentazione di alcuni nuovi modelli e per fare il punto della situazione attuale del marchio.
Un viaggio con una cadenza ormai regolare da molti anni e che non solo mi permette di vedere la crescita del gruppo coreano ma consente di avere una lente di ingrandimento sul più occidentale degli stati della ex cortina di ferro con la sua splendida capitale, Praga, che, se possibile, migliora di anno in anno.
Il modello organizzativo tedesco, che ci piaccia o no, è stato ampiamente adottato dai cechi senza apparentemente le sue storture di sistema.
Il primo anno in cui andai in Repubblica Ceca ospite di Doosan Bobcat il Training Center di Dobris era appena stato inaugurato.
Si cominciarono anche i lavori per il nuovo raccordo autostradale che evitava lunghe code cittadine per potersi spostare dalle autostrade che collegavano la capitale ceca con Brno e Pilsen – verso sud-est e sud-ovest – e la direttrice verso nord che porta dritta verso Dresda per arrivare fino a Berlino.
L’anno successivo l’opera era terminata. Del tutto impensabile fosse stato in Italia.
Di anno in anno ho visto sorgere una nuova linea di metropolitana, la riqualificazione di strade urbane di grande comunicazione, interi quartieri rimessi a nuovo.
Per contro è diminuita l’età media del parco circolante con una rassegna non solo delle amatissime e oggi ultratecnologiche Skoda ma soprattutto di Audi, Volkswagen, BMW, Mercedes Benz e tante, tantissime, Posche.
Non una corsa sfrenata, come quella disorganizzata ed esplosiva di alcuni paesi sud americani – i cui effetti negativi si stanno facendo sentire addirittura con anticipo rispetto agli eventi sportivi che hanno portato investimenti senza controllo – ma un vero e proprio programma rigoroso con tempi e cadenze da rispettare come fosse una danza.
Una danza che sembra accomunare Doosan Bobcat al paese in cui il gruppo coreano ha deciso di legarsi in modo sempre più stretto e sempre più strategico.
Se un colosso industriale come quello coreano preferisce investire in Repubblica Ceca un motivo ci sarà.
Non si tratta di costo del lavoro, non si tratta di convenienza fiscale, non si tratta di delocalizzazione.
Ci sono elementi concreti come la grande tradizione culturale della meccanica di precisione, della ricerca, delle scienze applicate che hanno da sempre distinto questo paese rispetto a tutti quelli dell’est Europa e che nemmeno la follia comunista dell’ex Unione Sovietica è riuscita a piegare e distruggere.
Poco da fare…i ragazzi che sono qui hanno parecchie marce in più. Lo si vede da come si muovono. Da come parlano. Da come agiscono.
Doosan sta infatti terminando il nuovo centro di sviluppo prodotto accanto allo stabilimento di Dobris. Un investimento ingente che porterà nuova occupazione e nuove opportunità e che la cittadina di Dobris, a circa 40 km da Praga, si è ampiamente guadagnata sul campo grazie all’ottimo lavoro svolto da coloro che lavorano qui.
Un investimento che non è la classica cattedrale nel deserto – a cui purtroppo siamo abituati nella natìa Italia – ma un complesso organico di azioni che coinvolgono il nuovo svincolo autostradale in costruzione, passano per un accordo con una grande cava della zona per avere uno spazio permanente in cui testare – nella nera roccia locale – le grandi macchine Doosan e sono già concretamente visibili, oggi, nella presenza al completo della gamma di macchine Doosan Bobcat con un turn-over di tecnici, concessionari e clienti che tiene impegnato in modo costante il Training Center ogni giorno lavorativo.
Una chiara visione del futuro che non si ferma ai prossimi cinque anni, ne’ tantomeno ai prossimi dieci ma va oltre e prevede uno sviluppo concreto in visione ultradecennale.
Una danza lieve ma inesorabile. Con l’innata eleganza che accomuna i cechi e i coreani. Con la loro visione estremante rigorosa del lavoro e con il rispetto del prossimo che traspare in modo evidente dal modo di porsi con gli altri.
Da un lato i coreani di Doosan che, ovunque siano arrivati, hanno sempre valorizzato, investito, rilanciato con una filosofia che ha sempre messo in primo piano il rispetto dell’individuo e la sua capacità di fare. Quando Bobcat – in forte crisi – è stata acquisita, c’è stata la valorizzazione delle risorse esistenti e il rilancio in grande stile dei progetti che il precedente proprietario – uno di quei fondi di investimento che non mirano a costruire realtà solide nel tempo va guardano solo in un orizzonte immediato – aveva fermamente messo nel cassetto.
La tecnologia Daewoo è stata rivista e aggiornata con una nuova gamma di escavatori e pale gommate – le serie DX e DL che tutti conosciamo – che hanno reso celebre Doosan in tutto il mondo.
La perla norvegese Moxy è stata rilanciata a livello globale mettendo in luce le sue eccellenti prerogative tecnologiche che la rendono un unicum nel panorama mondiale dei dumper articolati.
Il gioiello Montabert ha mantenuto piena autonomia grazie a un brand di altissimo livello e al rilancio di progetti innovativi grazie all’apertura di nuovi mercati e alle potenzialità di un gruppo realmente globale.
L’irlandese Geith ha di colpo avuto un palcoscenico di largo respiro per i suoi prodotti di altissima qualità.
Dall’altro i cechi, con il loro modo giovane di pensare, con il rigore e la serietà che nascono da un profondo orgoglio con radici profonde che portò alla Primavera di Praga e alla strenua resistenza verso gli occupanti sovietici. Persone laboriose che si sentono parte integrante di quella tradizione mitteleuropea che personalmente apprezzo moltissimo.
Una danza che non intende fermarsi ma che – in punta di piedi – sta portando Doosan Bobcat verso traguardi che altri grandi gruppi consolidati non sono riusciti a raggiungere nemmeno dopo molti decenni di presenza sul mercato delle macchine movimento terra.
E di ritorno da Praga, appena atterrati in Italia, pensiamo subito alle occasioni mancate del nostro lento, vecchio e ingessato paese.