Abbiamo visto alla prova in cava, in un contesto sfidante e su un terreno insidioso, lo pneumatico Michelin Xtra Power L5. Ecco cosa abbiamo visto e quali sono state le impressioni degli utilizzatori.
Una partnership tecnica pluridecennale tra due realtà storiche accomunate da un forte legame col territorio piemontese: è quella tra Buzzi Unicem – azienda del gruppo Buzzi spa con sede a Casale Monferrato (Al), dedicata alla produzione e vendita di cemento e aggregati naturali con circa 1.500 dipendenti, 8 cementerie e 3 centri di macinazione – e Michelin Italiana spa, presente nel nostro paese dal 1906, con stabilimenti per la produzione di pneumatici vettura e autocarro situati rispettivamente a Cuneo e Alessandria.

E proprio in Piemonte, nella cava di calcare di Buzzi Unicem a Roaschia (Cn), Macchine Edili ha potuto vedere all’opera una pala gommata Cat 988 con oltre 16mila ore di lavoro alle spalle, tutte compiute con pneumatici Michelin.
Il calcare come banco di prova

Quello di Roaschia è un sito estrattivo per la gestione di risorse minerarie che alimenta direttamente la vicina cementeria di Robilante (Cn). Alle aree di coltivazione esterne si è aggiunto di recente un nuovo lotto in galleria verso la frazione di Viale, in cui sono state allocate le lavorazioni più impattanti e rumorose per l’estrazione e la frantumazione del calcare.
“Il rapporto con Michelin era già in essere quando sono arrivato qui nel 1998 – ricorda l’ing. Paolo Froni, Direttore dell’impianto, che si avvale di un personale fisso di 11 persone e, per via della consistenza rocciosa del materiale, richiede un consumo annuo di circa 120mila kg di esplosivo, con una media di 3 volate alla settimana.
Buzzi Unicem sta contrattualizzando proprio in questo periodo l’acquisto di nuove pale gommate Cat 988 di ultima generazione, per preparare l’avvicendamento con quelle attualmente utilizzate, tra cui l’esemplare oggetto della visita.
“Questa macchina ci era stata consegnata già in origine con pneumatici Michelin, e dopo 13 anni di operatività continua a essere equipaggiata con gomme dello stesso marchio sul treno anteriore – prosegue Froni. – Direi quindi che si è trattato di un’esperienza soddisfacente sia con Michelin che con Caterpillar: lo stesso vale per un’altra macchina più recente che impieghiamo in questo sito, ovvero il dumper Cat 775G, equipaggiato a propria volta con sei pneumatici Michelin. Continuiamo a scegliere questo brand per l’affidabilità che ci ha sempre garantito in lunghi anni di attività di cava”.
Froni si sofferma anche sul tipo di terreno e di materiale con cui sono chiamati a confrontarsi i mezzi attivi nel sito di Roaschia: “Il calcare pesa poco – spiega – e questo di per sé è un vantaggio per gli pneumatici: il dumper, ad esempio, non va mai in portata. Forse sul piano dei carichi massimi, vista la dimensione della benna, è la pala gommata ad avere il compito più gravoso. Ma, in generale, la sfida maggiore per le gomme in questo sito è rappresentata dalla natura aggressiva del terreno”.
Michelin Xtra Power L5: la parola al tecnico

“Da alcuni decenni – spiega Paola Colombo, Customer Engineering Support B2B di Michelin Italiana – la Casa cerca di attribuire un naming in grado di rendere estremamente chiara l’essenza della gamma. In questo caso, Michelin Xtra Power significa ‘potenza estrema’: come sottolineato dall’ing. Froni, le pale che operano qui a Roaschia hanno benne capienti e devono offrire rapidità e manovrabilità su un terreno molto aggressivo, con rocce di diversa dimensione e spigoli molto vivi. In un contesto simile, lo pneumatico subisce forti movimenti di torsione e aggressività, per cui Michelin Xtra Power è particolarmente resistente”.
La quantità di stelle visibili in rilievo sulla gomma indica la resistenza ai carichi: sull’Xtra Power L5 con cui è equipaggiata la pala Cat 988 ne sono presenti tre, corrispondenti a un massimo di 32.500 kg a pneumatico.
I fattori che distinguono una gamma dalle altre, spiega Colombo, sono tre: struttura, scultura e mescola.
“La struttura è un po’ lo scheletro dello pneumatico. Nel Michelin Xtra Power L5 abbiamo la tela carcassa in acciaio rinforzata rispetto alla gamma precedente. Questa riunisce tutti i componenti ed è costituita da tanti cavetti di acciaio a forma radiale – tecnologia inventata da Michelin nel 1946 – con uno spessore, una densità e un passo ottimizzati rispetto alla gamma precedente, proprio per il tipo di lavoro che devono compiere mezzi come questa pala”.
“Il carico dinamico viene trasferito dal cerchio sullo pneumatico attraverso un tallone innovativo realizzato con la ‘tecnologia B2’ di Michelin: se andiamo a sezionarlo, vedremo che all’interno il cerchietto di acciaio ha una sezione rettangolare che, rispetto alla precedente di forma esagonale, offre il vantaggio di una base d’appoggio maggiore sulla flangia, allo scopo di resistere alle forze del lavoro di una pala”.
Presenza sul campo accanto all’utilizzatore finale

Per montaggio, fornitura e riparazione, Buzzi Unicem si rivolge ad aziende del territorio appartenenti alla rete di franchising del gruppo Michelin, Euromaster. Ma la parte fondamentale, spiega Paolo Froni, è quella del monitoraggio lungo tutto il ciclo di utilizzo: “Siamo seguiti in maniera puntuale da tecnici Michelin che vengono in cantiere, compiono un’analisi delle gomme e ci consigliano accorgimenti riguardanti la pressione o l’inversione delle gomme, al fine di prolungarne il più possibile la vita utile. Se, quindi, riusciamo a ottenere risultati così brillanti sul piano della performance e della durata, è anche grazie all’assistenza fornita dal marchio”.
Questa parte del rapporto è seguita direttamente da Manuel Lagotto, Account Manager di Michelin Italiana: “La mia è una figura che, in ambito B2B, si occupa di gestire i clienti dal punto di vista anche commerciale, ma soprattutto focalizzandosi sull’utilizzatore finale. Si parte da una serie di attività finalizzate alla conoscenza di tre aspetti: contesto in cui opera il cliente (criticità, tipo di materiale ecc.); una fotografia completa del parco mezzi per tipologie e dimensioni; approfondimento delle esigenze del cliente in termini di efficienza operativa. Una volta raccolte queste informazioni, costruiamo insieme al cliente un piano di lavoro: questo può consistere nell’analisi della situazione attuale, volta a evidenziare eventuali criticità risolvibili attraverso la soluzione da noi proposta, oppure, se ci troviamo in presenza di veicoli già equipaggiati con Michelin, in un’operazione di schedatura e monitoraggio nel tempo, in cui raccogliamo le informazioni in termini di resa, millimetri residui, pressione ed eventuali stati di usura, per poi suggerire correzioni d’utilizzo, qualora necessarie”.
Tali attività, spiega Lagotto, richiedono un esame visivo e operativo: “Noi abbiamo dei profondimetri che utilizziamo per monitorare il rapporto ore-consumo ed eseguire un’analisi delle usure -anomale o meno – che si possono presentare. Le pressioni sono a propria volta un elemento estremamente sottovalutato, ma fondamentale negli pneumatici B2B: lo pneumatico deve essere utilizzato alla pressione corretta per il tipo di lavoro compiuto dalla macchina e per i carichi a cui viene sottoposto. A questo scopo, noi abbiamo delle tabelle che ci consentono di mantenerla costantemente sotto controllo, aiutando il cliente a ottimizzare la performance e raggiungere il suo obiettivo finale, che è la riduzione dei costi operativi”.
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